CIPA Roma

FIVET – ICSI

FIVET – ICSI

Tecniche PMA di II livello - tecniche in vitro

  • FIVET – fertilizzazione in vitro degli ovociti e trasferimento degli embrioni in utero
  • ICSI – fertilizzazione in vitro degli ovociti con microiniezione intracitoplasmatica di un singolo spermatozoo e trasferimento degli embrioni in utero

Queste tecniche PMA sono utilizzate per fertilizzare in vitro gli ovociti ottenuti attraverso il prelievo ovocitario. L’incontro tra gameti femminili e maschili avviene quindi esternamente al corpo femminile, nel laboratorio PMA e, gli embrioni ottenuti, successivamente al proprio sviluppo, vengono trasferiti in utero, in numero adeguato alle esigenze della coppia e per ottimizzare le probabilità di successo del trattamento.

Attualmente il nostro Centro CIPA-SDM ricorre più frequentemente alla tecnica ICSI – iniezione intracitoplasmatica di un singolo spermatozoo – , che si rileva più efficace nella fecondazione degli ovociti, essendo prevalente nelle coppie che afferiscono un fattore maschile di infertilità.

Le due procedure principali del trattamento PMA, si svolgono in ambulatorio chirurgico: il prelievo ovocitario (pick–up) ed il successivo trasferimento embrionario. La prima fase consiste in un intervento chirurgico che richiede un’anestesia, la seconda è una procedura minimamente invasiva, che non procura dolore e pertanto non richiede anestesia.

Generalmente dopo queste procedure si seguono protocolli terapeutici ed accorgimenti comportamentali per minimizzare eventuali fastidi conseguenti al trattamento e per agevolare il buon esito dello stesso.

Dato che circa il 50% delle gravidanze viene ottenuto generalmente nel corso di 3 – 4 trattamenti PMA, bisogna considerare che può essere necessario ripetere più tentativi per aumentare le probabilità di successo del trattamento.

Percorso del trattamento di II livello – ICSI

Stimolazione ovarica: Obiettivo della stimolazione farmacologica delle ovaie è quella di ottenere un maggior numero di follicoli (crescita follicolare multipla) e quindi di ovociti recuperati per aumentare il numero di embrioni vitali disponibili e conseguentemente le probabilità di successo del trattamento PMA.
La terapia farmacologica prevede l’utilizzo di diversi farmaci, alcuni dei quali con somministrazione giornaliera e per via iniettiva, e con struttura analoga agli ormoni prodotti fisiologicamente dalla donna. Questa terapia viene attentamente controllata, per tutta la sua durata (circa 10-14 giorni), attraverso il monitoraggio follicolare ecografico e dosaggi ormonali, fino al giorno in cui si ritiene che il numero di follicoli e la maturazione degli ovociti siano adeguati.

Il monitoraggio follicolare ecografico ed ormonale garantisce riposte in giornata per permettere di calibrare la terapia farmacologica e la conseguente cadenza dei monitoraggi stessi che può essere giornaliera, a giorni alterni oppure con un intervallo massimo di 3 giorni.
Al Centro CIPA il monitoraggio follicolare viene eseguito sempre dallo stesso ginecologo, per una più accurata valutazione dell’andamento della stimolazione ovarica, per personalizzare il trattamento e favorire il rapporto tra paziente – curante, rafforzando l’alleanza terapeutica determinante per gestire lo stress associato al trattamento stesso.

Induzione della maturazione ovocitaria: Il monitoraggio follicolare si conclude il giorno in cui si ritiene che il numero di follicoli visualizzati ecograficamente ed i livelli ormonali dosati siano adeguati. Si procede quindi a somministrare un farmaco per indurre la completa maturazione ovocitaria, condizione fondamentale per il buon esito del prelievo degli ovociti. La programmazione di questo intervento deve rispettare una tempistica molto precisa, circa 34 – 37 ore dalla somministrazione di quest’ultimo farmaco.

Prelievo degli ovociti (Pick-up): Il prelievo degli ovociti avviene sotto controllo ecografico per via transvaginale in ambulatorio chirurgico. Il procedimento dura tra i 10 e i 20 minuti e si effettua con una leggera anestesia. Le probabilità di complicazioni sono minime. Normalmente il recupero è rapido e la paziente sosta in sala osservazione per circa 2 ore, in un ambiente, dedicato, accogliente e con un alto livello di comfort. La paziente torna a casa accompagnata da una persona cara.
Nel corso dell’intervento i follicoli ovarici vengono aspirati singolarmente ed il liquido follicolare aspirato viene osservato al microscopio nel contiguo laboratorio per l’individuazione degli ovociti presenti.
Il giorno del prelievo ovocitario, il partner maschile deve raccogliere il liquido seminale che viene preparato nel laboratorio PMA per l’incontro con gli ovociti.

Fecondazione in vitro mediante tecnica ICSI: gli ovociti vengono denudati delle cellule del cumulo ooforo che li circonda e solo gli ovociti migliori e ad uno stadio corretto di maturazione vengono selezionati per essere inseminati. Il biologo individua nel campione di liquido seminale, raccolto o prelevato chirurgicamente dal partner o precedentemente crioconservato, un singolo spermatozoo maturo e normoconformato, per iniettarlo all’interno di ciascun ovocita.
La valutazione della fertilizzazione avviene dopo circa 16-18 ore dall’inseminazione, e consente di rilevare quanti ovociti si sono fecondati correttamente.

Sviluppo embrionario: Gli embrioni durante il loro sviluppo vengono tenuti in specifici terreni di coltura, in ambiente protetto, all’interno di sofisticati incubatori. La crescita embrionale viene verificata con una tempistica prestabilita e la qualità embrionaria viene classificata in una scala di gradazione secondo diversi parametri.

Trasferimento embrionario: Il trasferimento degli embrioni in utero è una procedura ambulatoriale, non dolorosa, che non necessita abitualmente di alcun tipo di sedazione.
Il trasferimento embrionario è di importanza cruciale per la riuscita del trattamento, per questo motivo il nostro Centro CIPA esegue preliminarmente, all’inizio del trattamento PMA, una “prova di transfer” per poter meglio verificare il percorso che il catetere dovrà effettuare all’interno del canale cervicale e della cavità uterina, e quindi per rendere il più accurato e delicato possibile, il rilascio degli embrioni in cavità uterina. Tutto la procedura avviene sotto controllo ecografico transaddominale, per meglio visualizzare il percorso del catetere ed il punto esatto dove viene deposta la goccia di terreno di coltura, che contiene uno o più embrioni.
Il numero di embrioni da trasferire varia in base a diversi parametri: all’età della paziente, alla storia clinica della coppia, al risultato di precedenti trattamenti PMA e, soprattutto, in base al numero ed alla qualità degli embrioni ottenuti. La decisione in merito viene comunicata dall’équipe medico-biologica CIPA e condivisa con la coppia.
Il transfer può essere effettuato dopo 48, 72 ore o dopo 5-6 giorni dal prelievo ovocitario, quando l’embrione si trova allo stadio di blastocisti. Il giorno e l’ora del trasferimento embrionario si definisce in funzione del numero e della qualità degli embrioni, così come delle specifiche condizioni di ogni coppia.
La paziente dopo il transfer rimane sdraiata circa una mezz’ora ma successivamente può tranquillamente riprendere le sue normali attività. Vengono dati dei consigli sullo stile di vita da adottare, e generalmente non è richiesto un riposo assoluto.
Viene normalmente prescritta una terapia farmacologica di supporto della fase luteale (post-ovulatoria) al fine di agevolare l’eventuale impianto dell’embrione, che nel caso in cui avvenga, si verifica dopo pochi giorni dal trasferimento dell’embrione stesso in utero. L’esito del trattamento PMA viene rilevato mediante dosaggio ematico della Beta-HCG dopo circa 12 giorni dal transfer embrionario.
Gli embrioni eventualmente formati che non vengono trasferiti immediatamente, a seconda del loro sviluppo e della loro qualità, potranno essere congelati – crioconservazione – e trasferiti in utero in tentativi successivi, con evidenti ricadute positive sulla salute della donna e sulle probabilità di successo del trattamento PMA.

Probabilità di gravidanzaI nostri risultati dall’inizio dell’attività del Centro nel 1996 ad oggi, sono in linea con i migliori Centri PMA nazionali ed europei. L’età femminile è il fattore più importante per predire la probabilità di gravidanza. L’esito del trattamento è condizionato inoltre dalla presenza di patologie uterine o sistemiche e dalla qualità del liquido seminale.

Bambini nati da tecnica ICSI: Il rischio dei difetti congeniti nella popolazione generale è stimato al 2-3%. Nei bambini nati in seguito a FIVET-ICSI, il tasso di anomalie congenite viene riportato al 2.6-3.9%. La valutazione del rischio di anomalie congenite è molto difficile e può dipendere da fattori come l’aumento dell’età media materna e la possibile presenza di fattori genitoriali legati all’infertilità. Fonte: Relazione del Ministro della Salute al parlamento, 26 giugno 2015.

Prenota una consulenza presso il nostro Centro PMA CIPA-SDM (Centro Italiano Procreazione Assistita) per ulteriori informazioni sui nostri percorsi PMA e percorso della coppia.

  • FIVET – fertilizzazione in vitro degli ovociti e trasferimento degli embrioni in utero
  • ICSI – fertilizzazione in vitro degli ovociti con microiniezione intracitoplasmatica di un singolo spermatozoo e trasferimento degli embrioni in utero
Queste tecniche PMA sono utilizzate per fertilizzare in vitro gli ovociti ottenuti attraverso il prelievo ovocitario. L’incontro tra gameti femminili e maschili avviene quindi esternamente al corpo femminile, nel laboratorio PMA e, gli embrioni ottenuti, successivamente al proprio sviluppo, vengono trasferiti in utero, in numero adeguato alle esigenze della coppia e per ottimizzare le probabilità di successo del trattamento. Attualmente il nostro Centro CIPA-SDM ricorre più frequentemente alla tecnica ICSI – iniezione intracitoplasmatica di un singolo spermatozoo – , che si rileva più efficace nella fecondazione degli ovociti, essendo prevalente nelle coppie che afferiscono un fattore maschile di infertilità. Le due procedure principali del trattamento PMA, si svolgono in ambulatorio chirurgico: il prelievo ovocitario (pick–up) ed il successivo trasferimento embrionario. La prima fase consiste in un intervento chirurgico che richiede un’anestesia, la seconda è una procedura minimamente invasiva, che non procura dolore e pertanto non richiede anestesia. Generalmente dopo queste procedure si seguono protocolli terapeutici ed accorgimenti comportamentali per minimizzare eventuali fastidi conseguenti al trattamento e per agevolare il buon esito dello stesso. Dato che circa il 50% delle gravidanze viene ottenuto generalmente nel corso di 3 – 4 trattamenti PMA, bisogna considerare che può essere necessario ripetere più tentativi per aumentare le probabilità di successo del trattamento.

Percorso del trattamento di II livello – ICSI

Obiettivo della stimolazione farmacologica delle ovaie è quella di ottenere un maggior numero di follicoli (crescita follicolare multipla) e quindi di ovociti recuperati per aumentare il numero di embrioni vitali disponibili e conseguentemente le probabilità di successo del trattamento PMA.
La terapia farmacologica prevede l’utilizzo di diversi farmaci, alcuni dei quali con somministrazione giornaliera e per via iniettiva, e con struttura analoga agli ormoni prodotti fisiologicamente dalla donna. Questa terapia viene attentamente controllata, per tutta la sua durata (circa 10-14 giorni), attraverso il monitoraggio follicolare ecografico e dosaggi ormonali, fino al giorno in cui si ritiene che il numero di follicoli e la maturazione degli ovociti siano adeguati.

garantisce riposte in giornata per permettere di calibrare la terapia farmacologica e la conseguente cadenza dei monitoraggi stessi che può essere giornaliera, a giorni alterni oppure con un intervallo massimo di 3 giorni.
Al Centro CIPA il monitoraggio follicolare viene eseguito sempre dallo stesso ginecologo, per una più accurata valutazione dell’andamento della stimolazione ovarica, per personalizzare il trattamento e favorire il rapporto tra paziente – curante, rafforzando l’alleanza terapeutica determinante per gestire lo stress associato al trattamento stesso.

Il monitoraggio follicolare si conclude il giorno in cui si ritiene che il numero di follicoli visualizzati ecograficamente ed i livelli ormonali dosati siano adeguati. Si procede quindi a somministrare un farmaco per indurre la completa maturazione ovocitaria, condizione fondamentale per il buon esito del prelievo degli ovociti. La programmazione di questo intervento deve rispettare una tempistica molto precisa, circa 34 – 37 ore dalla somministrazione di quest’ultimo farmaco.

Il prelievo degli ovociti avviene sotto controllo ecografico per via transvaginale in ambulatorio chirurgico. Il procedimento dura tra i 10 e i 20 minuti e si effettua con una leggera anestesia. Le probabilità di complicazioni sono minime. Normalmente il recupero è rapido e la paziente sosta in sala osservazione per circa 2 ore, in un ambiente, dedicato, accogliente e con un alto livello di comfort. La paziente torna a casa accompagnata da una persona cara.
Nel corso dell’intervento i follicoli ovarici vengono aspirati singolarmente ed il liquido follicolare aspirato viene osservato al microscopio nel contiguo laboratorio per l’individuazione degli ovociti presenti.
Il giorno del prelievo ovocitario, il partner maschile deve raccogliere il liquido seminale che viene preparato nel laboratorio PMA per l’incontro con gli ovociti.

gli ovociti vengono denudati delle cellule del cumulo ooforo che li circonda e solo gli ovociti migliori e ad uno stadio corretto di maturazione vengono selezionati per essere inseminati. Il biologo individua nel campione di liquido seminale, raccolto o prelevato chirurgicamente dal partner o precedentemente crioconservato, un singolo spermatozoo maturo e normoconformato, per iniettarlo all’interno di ciascun ovocita.
La valutazione della fertilizzazione avviene dopo circa 16-18 ore dall’inseminazione, e consente di rilevare quanti ovociti si sono fecondati correttamente.

Gli embrioni durante il loro sviluppo vengono tenuti in specifici terreni di coltura, in ambiente protetto, all’interno di sofisticati incubatori. La crescita embrionale viene verificata con una tempistica prestabilita e la qualità embrionaria viene classificata in una scala di gradazione secondo diversi parametri.

Il trasferimento degli embrioni in utero è una procedura ambulatoriale, non dolorosa, che non necessita abitualmente di alcun tipo di sedazione.
Il trasferimento embrionario è di importanza cruciale per la riuscita del trattamento, per questo motivo il nostro Centro CIPA esegue preliminarmente, all’inizio del trattamento PMA, una “prova di transfer” per poter meglio verificare il percorso che il catetere dovrà effettuare all’interno del canale cervicale e della cavità uterina, e quindi per rendere il più accurato e delicato possibile, il rilascio degli embrioni in cavità uterina. Tutto la procedura avviene sotto controllo ecografico transaddominale, per meglio visualizzare il percorso del catetere ed il punto esatto dove viene deposta la goccia di terreno di coltura, che contiene uno o più embrioni.
Il numero di embrioni da trasferire varia in base a diversi parametri: all’età della paziente, alla storia clinica della coppia, al risultato di precedenti trattamenti PMA e, soprattutto, in base al numero ed alla qualità degli embrioni ottenuti. La decisione in merito viene comunicata dall’équipe medico-biologica CIPA e condivisa con la coppia.
Il transfer può essere effettuato dopo 48, 72 ore o dopo 5-6 giorni dal prelievo ovocitario, quando l’embrione si trova allo stadio di blastocisti. Il giorno e l’ora del trasferimento embrionario si definisce in funzione del numero e della qualità degli embrioni, così come delle specifiche condizioni di ogni coppia.
La paziente dopo il transfer rimane sdraiata circa una mezz’ora ma successivamente può tranquillamente riprendere le sue normali attività. Vengono dati dei consigli sullo stile di vita da adottare, e generalmente non è richiesto un riposo assoluto.
Viene normalmente prescritta una terapia farmacologica di supporto della fase luteale (post-ovulatoria) al fine di agevolare l’eventuale impianto dell’embrione, che nel caso in cui avvenga, si verifica dopo pochi giorni dal trasferimento dell’embrione stesso in utero. L’esito del trattamento PMA viene rilevato mediante dosaggio ematico della Beta-HCG dopo circa 12 giorni dal transfer embrionario.
Gli embrioni eventualmente formati che non vengono trasferiti immediatamente, a seconda del loro sviluppo e della loro qualità, potranno essere congelati – crioconservazione – e trasferiti in utero in tentativi successivi, con evidenti ricadute positive sulla salute della donna e sulle probabilità di successo del trattamento PMA.

 I nostri risultati dall’inizio dell’attività del Centro nel 1996 ad oggi, sono in linea con i migliori Centri PMA nazionali ed europei. L’età femminile è il fattore più importante per predire la probabilità di gravidanza. L’esito del trattamento è condizionato inoltre dalla presenza di patologie uterine o sistemiche e dalla qualità del liquido seminale.
Il rischio dei difetti congeniti nella popolazione generale è stimato al 2-3%. Nei bambini nati in seguito a FIVET-ICSI, il tasso di anomalie congenite viene riportato al 2.6-3.9%. La valutazione del rischio di anomalie congenite è molto difficile e può dipendere da fattori come l’aumento dell’età media materna e la possibile presenza di fattori genitoriali legati all’infertilità. Fonte: Relazione del Ministro della Salute al parlamento, 26 giugno 2015.
Prenota una consulenza presso il nostro Centro PMA CIPA-SDM (Centro Italiano Procreazione Assistita) per ulteriori informazioni sui nostri percorsi PMA e percorso della coppia.

Prenota una consulenza

CIPA-SDM
Torna in alto